Il post di oggi è dedicato al blogtour relativo al romanzo
Dark Harlem di
Rudolph Fisher, organizzato da
Fazi editore.
Il libro è uscito per la prima volta nel 1932 e scritto da un autore afroamericano.
La mia tappa è dedicata al racconto dei personaggi del romanzo, un gruppetto davvero vasto ed eterogeneo.
In realtà si potrebbe immaginare il romanzo come una grande sala interrogatoria, nella quale volta per volta si susseguono i diversi protagonisti della storia.
Il romanzo è incentrato sulla uccisione di Frimbo, un negromante molo noto ad Harlem per le sue qualità di chiaroveggenza. Sarebbe addirittura in grado di prevedere il futuro, ed in molti sono propensi ad ascoltare i suoi consigli.
Frimbo muore “in servizio” ed all’improvviso, la sua dimora lavorativa è al momento del fattaccio frequentata da diverse persone.
Tra queste Jinx Jenkins, l’ultima persona a vederlo vivo. Lo spilungone da subito tra i sospettati si è avvalso dell’aiuto del nero Bubber, un investigatore privato anch’esso presente in casa di Frimbo.
I due chiamano da subito il dottor Archer, che ha il compito di valutare lo stato di morte di Frimbo, accertato morto non tanto per un colpo alla testa, quanto per un fazzoletto bianco ricamato situato nella gola di Frimbo.
Dopo Archer accorrono in sala anche i poliziotti, tra cui spicca Dart capo dell’indagine, un tipo senza dubbio risoluto e senza troppi fronzoli.
Altre persone presenti in sala sono due donne: la signora Crouch, moglie del locatore di Frimbo, pronta a riscuotere l’affitto ed inoltre la signora Snead, una donna di chiesa recatasi da Frimbo per far smettere il marito di bere.
I fari dei riflettori sono senza dubbio puntati su questi personaggi, tutti presenti al momento dell’uccisione di Frimbo ma non sono meno dall’indagine alcuni signori dislocati fuori dalla casa al momento del fattaccio. Omicidio su commissione?
Tra questi c’è il servitore di Frimbo, misteriosamente scomparso; Spider Webb, coinvolto in strani giri di scommesse dalla riuscita semplice; Doty Hicks che accusa Frimbo di star uccidendo suo fratello per conto della cognata.
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